Barcellona, conto in rosso di 144 milioni nel tetto salariale

Il Barcellona deve fari i conti con un passivo di 144 milioni nel tetto salariale: il prossimo mercato sarà caratterizzato da affari a costo zero

Una stagione davvero complicata quella fin qui vissuta dal Barcellona che negli ultimi anni ha vissuto tanti bassi e pochissimi alti. Se l’annata in corso era iniziata con l’addio strappalacrime del Pallone d’Oro 2021 Lionel Messi per motivi finanziari, il futuro non è assolutamente migliore.

Anzi. La società catalana deve, infatti, fare i conti con una situazione economica di crisi che la vede adesso avere un buco da 144 milioni nel tetto salariale. Un numero negativo che non le permetterà di svolgere le prossime sessioni di mercato in modo ottimale.

Barcellona: 144 milioni di rosso nel tetto salariale

La situazione in casa Barcellona non è per nulla positiva, soprattutto alla luce delle cifre relative al tetto salariale presentate da LaLiga in queste ore. Accanto al nome della società blaugrana, si legge un pesantissimo meno 144 milioni.

Solamente due anni fa, il club blaugrana poteva investire 671,4 milioni in stipendi, ma oggi si ritrova con una somma ben sotto lo zero. Nell’ultimo resoconto fatto dai vertici del calcio spagnolo, la società catalana aveva ancora un saldo positivo di 97,9 milioni di euro nonostante i 1153 milioni di euro di debiti. La situazione è precipitata e neppure il tentativo di sistemare i conti con gli addii di Lionel Messi e Antoine Griezmann, riducendo di non poco il totale degli stipendi, è bastato.

Tetto salariale e rimedi

Ma cosa vuol dire, dunque, questo meno 144 sul tetto salariale? La spiegazione l’ha data Javier Gomez, Director General Corporativo della Liga:

“Tale somma fa riferimento all’importo massimo che ogni club/SAD può spendere durante la stagione 2021/22 dopo il mercato estivo e include la spesa per giocatori, allenatore, vice allenatore e preparatore ficio della prima squadra. Tale limite comprende anche la spesa per le filiali, accademia e altre sezioni”.

Il calcolo di tale tetto di spesa prende in considerazione stipendi fissi e variabili, previdenza sociale, premi collettivi, spese di acquisto (comprese le commissioni per gli agenti) e ammortamento. Nel caso del Barcellona, il limite risulta negativo in quanto le perdite del club sono maggiori rispetto alla sua capacità di reperire risorse.

In tal senso, le strade per il Barcellona sono due: le plusvalenze sul mercato, con la cessione dei propri giocatori, oppure l’aumento dei ricavi da sponsor o da altri accorgimenti. Una soluzione potrebbe essere l’accordo con il fondo CVC ma in questo caso il Barcellona era stato uno dei club ad essersi opposto alla creazione della media company LaLiga Impulso.

Come farà il mercato il Barcellona?

I tanti tifosi blaugrana ed in generale gli appassionati di calcio, però, vogliono sapere in che modo adesso il Barcellona possa operare sul mercato dato che prima di ripianare quel meno 144 ci vorrà del tempo.

Nell’ottica dei futuri acquisti, il disegno che la società dovrà seguire è chiaro: per ogni 4 euro risparmiati ne potrà investire in stipendi 1, e in caso di rinuncia a stipendi elevanti potrà investire un euro per due risparmiati.

Diverso il discorso per eventuali nuovi arrivi. Il club catalano dovrà essere bravo a misurare parallelamente gli ingressi, le cessioni e chiaramente gli ingaggi. In tal senso, infatti, i prossimi due arrivi potrebbero essere dei parametro zero. Si parla infatti di Franck Kessie dal Milan e Andreas Christensen dal Chelsea per i quali non verranno sborsati soldi se non quelli dello stipendio. Una situazione molto simile a quella che si è già verificata nella sessione di trattative invernali con gli arrivi di Dani Alves e Aubameyang su tutti.

Scritto da Andrea Medda
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