Quando prendersi una pausa dalla palestra

Alcune volte è bene prendersi una pausa dalla palestra e dagli esercizi, vediamo quando.

Stabilire degli obiettivi e perseverare finché non si arriva al risultato desiderato è certamente importante. Tuttavia a volte la cosa migliore da fare è accantonare, per un po’ di tempo, lo sforzo che si sta compiendo. Può avere dei benefici sia a livello mentale, che a livello fisico, specie se si vogliono prevenire infortuni gravi.

Durante la pausa pranzo

Durante la pausa pranzo viene spesso da pensare: “Se lavoro a questo progetto solo durante la pausa pranzo, posso farlo avere sulla scrivania del mio capo entro la fine della giornata”. Sono molte infatti le persone che lavorano durante la pausa pranzo, ancora di più quelle che mangiano presso la propria scrivania.

Le conseguenze di tutto questo stare seduti senza sosta sono molteplici: dal dolore alla schiena e al collo a un aumento del rischio di malattie gravi, come malattie cardiache e cancro. Anche se si segue la dieta più sana del mondo, mangiandola mentre si è curvi e nella stessa posizione tenuta nelle ultime ore, i benefici saranno ben pochi.

La parola chiave è “pausa”: lasciare la scrivania, rilassarsi, fare una passeggiata o provare un allenamento di dieci minuti.

Prendersi una pausa dalla palestra: non sforzare l’ultimo esercizio

È patrimonio comune il fatto che sia una cattiva idea sollevare più peso di quanto si possa tranquillamente gestire o allungare più di quanto il corpo possa piegare.

Ma c’è un altro motivo per ridurre l’intensità dell’allenamento, soprattutto verso la fine. Tale stop può rendere propensi ad allenarsi di nuovo. Se infatti il proprio allenamento allenamento è puro dolore e disagio, difficilmente si vorrà di nuovo provare una tale esperienza. Attenzione, ciò non significa che non si possa andare aldilà dei propri limiti. Il metodo migliore è quello di andare pesanti all’inizio per poi rilassarsi verso la fine.

I ricercatori si riferiscono a questa come la “regola di punta”. Le impressioni umane sono modellate in base a come si percepisce l’apice di un’esperienza, ma soprattutto da come ci si sente verso la fine. In questo senso, anche se un’esperienza è alquanto dolorosa, fintanto che finisce con meno dolore, si è più propensi a ricordarla positivamente.

Quando non si supera il test di self-care

A volte è difficile riconoscere che ci si sta sforzando troppo in un’area della propria vita a scapito di un’altra.

Si può essere più in forma che mai grazie a una dieta rigorosa e un regime di esercizio fisico, ma quando è stata l’ultima volta che ci si è presi cura della propria salute spirituale?

Per una corretta valutazione, si può assegnare a ciascuna area (spirituale, fisica, mentale, emotiva) un numero compreso da uno a dieci. Se il valore di un settore è inferiore a cinque, è il caso di (ri)cominciare a prendersene cura.

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